La regolamentazione della prostituzione o, per meglio dire, del business che si aggira attorno a questa pratica, ha acquisito nel corso degli anni una posizione di rilievo sempre maggiore, specialmente al fine di ridurre il traffico di esseri umani che è inevitabilmente legato alla prostituzione stessa.
I paesi dell’UE hanno adottato diversi atteggiamenti nei confronti di quello che viene definito il mestiere più antico del mondo: da quelli più restrittivi nei confronti delle prostitute a quelli più punitivi per i clienti, di fatto rimane ancora estremamente eterogenea la questione della legalizzazione della prostituzione.
Ad oggi, il modello che sembra essere condiviso maggiormente dalle principali potenze europee è il cosiddetto modello nordico (così definito perché, appunto, adottato da molteplici paesi del Nord Europa), secondo il quale la prostituzione non è considerata una pratica illegale, ma sono previste delle multe molto salate per i clienti: fino anche a 1500 euro.
La prostituzione: più facce di fronte alla legge
Prima di declinare le modalità con cui la prostituzione è ritenuta legale in alcuni paesi europei, è importante precisare che in termini giuridici la prostituzione non è regolamentata solo come atto di vendita di prestazioni sessuali. Al contrario vi sono diverse sfumature che vengono intese dalla legge in maniera radicalmente diversa.
L’atto del prostituirsi è, in realtà, legale in molti paesi europei, specialmente nell’Europa occidentale. È, invece, tendenzialmente illegale nei paesi dell’Europa Orientale.
L’atto del fruire delle prestazioni sessuali a pagamento è stato, invece, recentemente rivalutato in paesi quali Norvegia, Islanda e Svezia, in cui si tende a punire il cliente anziché la prostituta, proprio al fine di scoraggiare la pratica della prostituzione.
Lo sfruttamento, il favoreggiamento o l’induzione della prostituzione, così come la prostituzione minorile, sono, invece, ritenuti illegale in praticamente tutti i paesi europei.
Prostituzione legale: dove?
In Gran Bretagna e Irlanda del Nord, Spagna, Portogallo, Italia, Danimarca, Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia, Ungheria, Bulgaria, Estonia e Lettonia la prostituzione (intesa come “vendita” di prestazioni sessuali) non è reato.
In Italia, numerose attività legate al sesso e all’eros sono legali, come ad esempio le linee erotiche delle quali abbiamo parlato in questo articolo passato.
In particolare in Lettonia la prostituzione è legale e, anzi, le prostitute sono tenute a sottoporsi a controlli sanitari una volta al mese. Non è consentito, però, aprire dei bordelli, i quali sono ritenuti illegali.
In Danimarca la prostituzione è stata decriminalizzata nel 1999; le prostitute sono tenute a pagare regolarmente le tasse, tuttavia la loro professione non è riconosciuta come legittima, perciò non possono accedere ai sussidi statali. Ungheria e Bulgaria pur avendo legalizzato questa pratica dopo il regime comunista, tendono a scoraggiare questa attività.
Germania, Austria e Grecia sono i tre paesi in cui la prostituzione è stata completamente decriminalizzata e regolamentata, al fine di mettere nelle mani delle prostitute stesse la gestione del proprio lavoro. Questo ha limitato lo sfruttamento, anche se purtroppo il mercato nero appare ancora drasticamente florido. In questi paesi i lavoratori di questo settore godono di regolare contratto e di coperture assicurative, addirittura in Grecia gli operatori della prostituzione devono essere in possesso di un certificato che ne attesti una “sana e robusta costituzione”.
I Paesi europei che abbracciano il modello nordico
In Svezia, Norvegia, Irlanda, Finlandia, Belgio, Olanda, Romania e Cipro vige il cosiddetto modello nordico. Secondo questo modello la prostituzione è una pratica legale, non lo è al contrario l’acquisto di servizi sessuali a pagamento.
Come anticipato, quindi, questo modello punta il dito contro i clienti, che possono essere puniti con sanzioni anche molto salate. La Svezia è stato il primo paese europeo ad adottare questo modello; già nel 1999 il parlamento aveva approvato la legge che consentiva di multare i clienti e non le prostitute. La criminalizzazione dei clienti del sesso è, ovviamente, volta a far diminuire la domanda dei servizi sessuali.
Caso particolare è rappresentato dalla Romania, la quale aderisce al progetto di criminalizzazione del cliente ma, a differenza degli altri paesi, ritiene illegale anche l’atto di prostituirsi.