Il 24 gennaio 2019, Maurizio Landini è stato eletto come segretario generale della CGIL, vincendo contro il suo sfidante Vincenzo Colla, e succedendo nella carica a Susanna Camusso.

Vincenzo Colla è il suo vicesegretario.

Chi è Maurizio Landini

Chi è e da quale tipo di percorso proviene colui che guida il più grande dei sindacati italiani?

Maurizio Landini segretario CGIL

Maurizio Landini, quarto di cinque figli, è nato a Castelnovo ne’ Monti, in provincia di Reggio Emilia; la sua è una famiglia come tante, specchio di una realtà popolare tipica degli anni ’60: madre casalinga e padre cantoniere, con un passato di impegno attivo come partigiano, nel periodo della Resistenza.

È cresciuto a San Polo d’Enza, facendo il tifo per la squadra del Milan e sognando un futuro da calciatore. All’età di quindici anni, mentre frequenta l’Istituto per Geometri, lascia gli studi per contribuire con il suo lavoro al sostentamento della famiglia. Il lavoro di apprendista, come saldatore, in un’azienda metalmeccanica di Reggio Emilia che produce impianti elettrici e di riscaldamento, segna l’inizio del percorso che lo ha portato, oggi, a coprire questa carica.

Maurizio Landini dice di sé stesso che, mentre lavorava come saldatore, con la tessera del Partito Comunista in tasca, comprese che il sindacato doveva rappresentare le condizioni dei lavoratori, e non doveva guardare in faccia nessuno.

Le prime lotte sindacali

Negli anni dello scontro sulla scala mobile, tra il 1984 e l’85, il giovane sindacalista si iscrive al Partito Comunista Italiano; poi passa dal ruolo di delegato sindacale a quello di funzionario della Federazione Impiegati Operai Metallurgici (la Fiom) di Reggio Emilia; successivamente, assumerà la carica di segretario generale della Fiom.

Il 30 marzo 2005 entrerà a far parte della segreteria nazionale della Fiom, dopo essere stato eletto come segretario generale del sindacato, a livello regionale, e segretario della sezione bolognese.

In questi anni, nel suo ruolo di Responsabile del settore degli elettrodomestici e di quello dei veicoli a due ruote, segue in prima persona le trattative sindacali con grandi aziende come Electrolux e Indesit ma anche Fiat-Piaggio.

Nel 2009, dopo essere stato nominato come Responsabile dell’ufficio sindacale, Landini porta avanti, con la collaborazione del segretario generale Gianni Rinaldini, le trattative che si concludono con il rinnovo del contratto per i metalmeccanici; inoltre, è il responsabile della delegazione sindacale Fiom riguardo alle trattative per ottenere il rinnovo dei contratti nazionali sia per le imprese di artigiani che per quelle aderenti alla Unionmeccanica-Confapi.

La sentenza TyssenKrupp

Nel 2011, Maurizio Landini, un anno dopo essere diventato il segretario nazionale della Fiom, pubblica, insieme a Giancarlo Feliziani, il libro “Cambiare la fabbrica per cambiare il mondo- La Fiat, il sindacato, la sinistra assente”.

Questo libro –intervista, dell’editore Bompiani, parla del rapporto con Sergio Marchionne e della situazione della Fiat, ma anche degli altri sindacati e del mondo politico.

Sempre nel 2011, rilascia una dichiarazione in merito alla sentenza con cui si conclude il processo ai dirigenti dell’azienda TyssenKrupp, per la morte di sette operai avvenuta nella sede di Torino: egli definisce una sentenza storica, la condanna dei vertici dell’azienda: la Fiom si era costituita come parte civile, in quel processo.

La fiom e l’Ilva

Nel 2012, in seguito al sequestro, ordinato dal Gip del Tribunale di Taranto, degli impianti dell’Azienda siderurgica Ilva, Landini supporta in modo manifesto la decisione presa dai magistrati; e fa di più: chiede ai dirigenti dello stabilimento siderurgico di predisporre gli investimenti necessari per la messa a norma degli impianti.

Questo suo intervento viene approvato con un applauso dalle migliaia di dipendenti dell’Ilva, che lo hanno seguito all’interno della fabbrica. Nello stesso anno, il segretario della Fiom, durante uno sciopero in corso negli stabilimenti dell’Ilva, tiene un comizio nella città di Taranto: ex dirigenti del sindacato e membri di Cobas e centri sociali, accusano lui e la Fiom di sostenere l’iniziativa della Uilm, che ha manifestato la propria solidarietà ai dirigenti del siderurgico che erano stati arrestati. In realtà, quel comizio non era stato organizzato per mettere in discussione la decisione dei giudici Allo sciopero, indetto successivamente da Fim e Uilm, Landini e la Fiom scelgono di non aderire, in quanto è organizzato contro la revoca del presidente del Consiglio di Amministrazione Ilva dal suo ruolo di custode degli impianti sotto sequestro.

Nel 2014, in seguito all’incarico ricevuto da Matteo Renzi per la formazione del governo, la stampa segnala Maurizio Landini tra i possibili candidati a capo del MInistero del Lavoro. Nel 2015 fonda un movimento politico, Coalizione sociale, che sembra precedere il suo ingresso nella politica italiana; gli eventi successivi, ed egli stesso, smentiscono questa ipotesi. Nel 2019, l’elezione a segretario generale della CGIL.

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